Il segno dei tempi
di Vincino
Caro Vincenzo (Sparagna NdM), cari lettori di Frigidaire, due parole su Andrea,
due parole per dire che per raccontare Andrea c'e' bisogno di un'enciclopedia,
con tutti i suoi disegni e con tutti i disegni che lui ha influenzato in
questi ultimi terribili e affascinanti 10 anni. Il piu' bravo a raccontare del
mondo che io abbia conosciuto. "Maestro" lui mi chiamava scherzando sulla mia
eta', ma io ero l'allievo. C'e' uno sgomento e un vuoto cui dovremo imparare
a convivere per i prossimi anni. Tutti i giornali che ho fatto aprivano sempre
con Andrea (L'avventurista, Il male, Ottovolante, Zut) e in tutti i giornali
in cui collabboravo, c'era sempre Andrea. Per me per ora basta di fare
giornali. C'era un' avanguardia che nello stagno italiano da piu' di dieci
anni aveva fatto, sperimentato, vissuto arte, arte nel livello della
comunicazione e dello scontro reale contemporaneo. Arte con i giornali,
multipli colorati in vendita ad ogni angolo di strada. Arte con Il cannibale,
arte con Il male, arte con Frigidaire, arte con il primo Zut, arte con
Frizzer, arte con Ottovolante, arte con Tango, arte con Ava, e racconto del
contemporaneo, del colore contemporaneo, alla ricerca del mitico segno dei
tempi. Il segno del tempo. Era quello che cercava Andrea, era quello che
cercava Stefano (Tamburini NdM) e' quello che cerchiamo alcuni di noi. Non
tutti, c'e' chi bleffa, chi non racconta piu' nulla, chi ha tirato i remi in
barca. Andrea no, Andrea era rimasto cocciutamente all'avanguardia, e come
altre avanguardie e' finito massacrato dalla vita... E noi sopravvissuti..?
Forse chiudere un periodo e attrezzarci per un altro per continuare la ricerca
del segno dei tempi. Non soi come, ne' con quali strumenti, ma so che oggi il
posto di Andrea come quello di Stefano non lo potra' prendere nessuno e
bisognera' cercare altro e altrove.
Frigidaire luglio-agosto 1988 n. 92-93